Via i voucher, la camera dice SI
Via libera della Camera al decreto legge che abolisce i voucher e modifica le norme sugli appalti. L’assemblea ha licenziato il provvedimento con 232 voti favorevoli, 52 voti contrari e 68 astenuti. Il dl passa al Senato per la seconda lettura.
Il decreto legge che abolisce i voucher supera il primo giro in Parlamento senza subire modifiche. La commissione Lavoro prima, e l’aula dopo, hanno licenziato il provvedimento senza introdurre alcuna novità rispetto al testo presentato dal governo. Lo stesso percorso dovrà essere ricalcato anche al Senato, in tempi rapidi, per evitare il referendum fissato per il 28 maggio. Il dl prevede un effetto abrogativo, analogo a quello che discenderebbe dall’abrogazione referendaria, con l’unica differenza che prevede anche una disciplina transitoria sull’utilizzabilità dei voucher, fino al 31 dicembre 2017.
Per risolvere uno dei principali problemi causati dal dl, l’utilizzo dei buoni per l’acquisto di servizi di baby sitting, è stata sufficiente una lettera che il ministero del Lavoro ha inviato all’Inps, autorizzando l’Istituto a proseguire nell’emissione dei tagliandi. La misura che consente alle mamme, in alternativa al congedo parentale, di richiedere la corresponsione dei voucher per l’aquisto dei buoni, è stata introdotta in via sperimentale per gli anni 2013-2015 e confermata per il 2017 e 2018. Il decreto all’esame del Parlamento ha sospeso l’emissione dei buoni e consente di utilizzare quelli in circolazione fino al 31 dicembre di quest’anno. Si sarebbe quindi creato un ‘buco’ di un anno che, però, è stato coperto con l’autorizzazione a procedere, data dal ministero del Lavoro all’Inps. In una nota l’Istituto ha quindi comunicato che ”continuerà a erogare il beneficio con questa modalità”.
Il decreto legge, oltre a cancellare il lavoro accessorio, modifica la disciplina degli appalti, in materia di responsabilità solidale dei trattamenti retributivi. In particolare viene eliminata la possibilità, per i contratti collettivi, di derogare al principio della responsabilità solidale tra committente e appaltatore. Quindi il lavoratore potrà intentare l’azione esecutiva, per ottenere la propria retribuzione, rivolgendosi direttamente al committente invece di dover passare prima per l’appaltatore o il subappaltatore.