L’edilizia continua ad arrancare, chiuse 4.783 imprese artigiane del settore (-9,4%)
“Il 2015 ha fatto registrare una ripresa nel settore immobiliare ma non è certo sufficiente a compensare la perdita registrata dal 2009 e questo pesa anche sulle imprese artigiane specializzate in lavori di costruzione, basta un dato emerso dal Centro Studi di Confartigianato su dati dell’Agenzia del territorio: a fine 2015 le impese artigiane specializzate in costruzione sono 45.893 con un calo del 9,4% rispetto al 2009”. Così il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Marco Granelli commenta i dati dell’analisi del Centro Studi di Confartigianato.
Tra il 2009 e il 2015 anni hanno chiuso i battenti ben 4.783 imprese artigiane, con un calo del -9,4%, superiore alla media italiana fera a -8,1%, che pone l’Emilia Romagna al 9° posto in Italia, prima è la Liguria con +1%, secondo il Lazio con -0,3%, terza la Campania a -0,7%.
In Italia a gennaio 2016 la produzione nelle costruzioni ha registrato, rispetto al mese precedente, un calo dell’1,5%. In positivo l’andamento nella media del trimestre novembre 2015 – gennaio 2016 che registra un aumento della produzione dell’1,9% rispetto al trimestre precedente. Su base tendenziale l’indice corretto per gli effetti di calendario è diminuito dell’1,6% rispetto a gennaio 2015. Il consuntivo del 2015 la produzione nelle costruzioni segna, al netto degli effetti di calendario una flessione tendenziale dell’1,9% rispetto al 2014, la meno intensa registrata dal 2010 a oggi. Nel confronto con i principali Paesi dell’Unione europea osserviamo che nel 2015 l’Italia registra una flessione dell’indice meno accentuata rispetto a quella di Germania (-2,2%) e Francia (-4,2%), mentre sono in territorio positivo le variazioni per Regno Unito (+3,3%) e Spagna (1,0%).
Integrando una nostra recente analisi con l’esame della dinamica della produzione di lungo periodo si osserva che a partire dal 2011, anno dallo scoppio della crisi del debito sovrano, l’attività dell’edilizia nel nostro Paese registra il calo più intenso (-29,4%) tra quelli rilevato nei cinque principali Paesi Ue mentre nel periodo considerato l’Ue a 28 segna una flessione dell’attività edilizia che si ferma al -3,7%. Nel dettaglio nel quinquennio in esame la Spagna segna un forte recupero dopo lo scoppio della bolla immobiliare, con un aumento della produzione del 13,8%, seguita dal Regno Unito (+5,4%); all’opposto segnano una flessione, ma sempre meno ampia di quella dell’Italia, la Germania (-0,9%) e la Francia (-11,6%).
“Certamente in questo campo hanno un peso determinante le politiche di incentivazione della manutenzione degli immobili – prosegue il Presidente di Confartigianato Emilia Romagna Marco Granelli – infatti nell’ultimo biennio le manovre di bilancio hanno sostenuto l’eco bonus e le agevolazioni sulle ristrutturazioni mettendo a disposizione risorse pari a 2.332 milioni di euro nel triennio 2016-2018, una media di 777 milioni all’anno equivalente allo 0,6% degli investimenti fissi lordi nelle costruzioni. Sono sostegni importanti ma da soli non bastano a far risollevare un settore che ha visto ridurre il mercato di oltre il 30%, servono incentivi di defiscalizzazione per gli artigiani, non solo per i committenti”.
Sul lato lato della domanda nel 2015 i volumi di compravendita degli immobili residenziali registrati sono in salita del 6,5% rispetto al 2014. La dinamica è più accentuata in Veneto (+12,1%), seguita dalla Toscana (10,8%), Friuli Venezia Giulia e Basilicata (+10,2%), Lombardia (+9,0%), Sardegna (+8,0%), Abruzzo (+7,2%) ed Emilia Romagna (+6,8%). Nel 2015 volumi di compravendita degli immobili non residenziali – commerciali e produttivi – sono in salita del 3,8 % rispetto al 2014. Si registra un maggiore crescita delle compravendite in Friuli Venezia Giulia (9,4%), seguito da Toscana (9,1%), Umbria (8,1%), Veneto (7,8%), Lombardia (7,2%), Basilicata (6,3%) e Piemonte (3,9%); solo 17esimo posto per l’Emilia Romagna a +0,3%.