CHE COSA SONO IL REDDITO E LA PENSIONE DI CITTADINANZA: FONDAMENTO E REQUISITI
Tra le intenzioni del nuovo governo, per la prossima finanziaria, è inserire per il 2019 in maniera operativo il reddito di cittadinanza da 780 euro al mese, che sarà erogato in due step:
inizialmente, sotto forma di pensione minima di cittadinanza, cioè d’integrazione di tutte le pensioni sotto la soglia di povertà.
Completata la riforma dei centri per l’impiego, quindi entro maggio- giugno 2019, verrà poi riconosciuto il reddito di cittadinanza a tutti i cittadini che si trovano sotto la soglia di povertà. È quanto recentemente annunciato dal nuovo Governo, che inserirà il reddito di cittadinanza tra gli interventi previsti nella legge di Bilancio 2019.
Ai cittadini, in cambio del sussidio mensile di 780 euro, si richiederà però la ricerca assidua di un’occupazione, la frequenza di corsi di formazione e di 8 ore di lavoro a favore del proprio Comune di residenza. Il sussidio sarà sicuramente più incisivo, rispetto all’attuale reddito d’inclusione Rei, dato che quest’ultima misura, attualmente vigente, offre un reddito massimo di quasi 540 euro mensili, per una famiglia di 5 e più persone (gli importi sono inferiori per i nuclei familiari di meno componenti, si parte da un minimo di circa 190 euro al mese), ma richiede un impegno notevole in termini di risorse da stanziare.
La riforma dei centri per l’impiego, in base a quanto afferma il Governo, dovrebbe però trasformare il reddito di cittadinanza in una misura straordinaria, favorendo l’incontro tra domanda e offerta di lavoro ed assicurando realmente il collocamento dei disoccupati, aspetto in cui gli attuali strumenti previsti in abbinamento al Rei si sono rivelati poco efficaci.
Resta però il problema delle risorse da stanziare per la pensione minima di cittadinanza da 780 euro, che diventerebbe una misura strutturale, non essendo possibile chiedere ai pensionati di cercare lavoro per aumentare il reddito..
Chi ha diritto al reddito di cittadinanza?
È considerato al di sotto della soglia di povertà ai fini del reddito di cittadinanza chi possiede un reddito inferiore ai 780 euro mensili, in caso di nucleo familiare con un solo componente: questa è la soglia di povertà come definita da Eurostat nel 2014. In base ai dati 2016, la soglia di povertà è passata a 812 euro, ma le attuali proposte di legge prevedono l’integrazione del reddito sino a 780 euro al mese.
Chi ha diritto alla pensione di cittadinanza?
Tutte le pensioni dovrebbero essere integrate a 780 euro mensili L’attuale integrazione al trattamento minimo, pari a 507,42 euro mensili, e le ulteriori maggiorazioni, dovrebbero dunque essere assorbite dalla pensione di cittadinanza.
Quanto è la quota del reddito di cittadinanza?
La quota per il reddito di cittadinanza dovrebbe ammontare a 780 euro per ogni persona adulta e disoccupata; per chi ha un reddito sotto soglia, il reddito di cittadinanza integrerà gli importi percepiti sino ad arrivare a 780 euro al mese.
Per una famiglia di tre persone, con genitori disoccupati a reddito zero e figlio maggiorenne a carico, il reddito di cittadinanza del nucleo, in base a quanto annunciato dal Movimento 5 stelle, dovrebbe essere pari a 1560 euro al mese. Sempre in base a quanto annunciato dal Movimento, una famiglia di 4 persone potrebbe arrivare a percepire 1950 euro. Per una coppia di pensionati con pensioni minime da 400 euro ciascuno, il reddito di cittadinanza sarà pari ad altri 370 euro per la coppia, come integrazione al reddito.
Il reddito di cittadinanza, che dovrebbe interessare una platea di 9 milioni di italiani, sarà esentasse e non pignorabile.
Requisiti per il reddito di cittadinanza
Potranno chiedere il reddito di cittadinanza i cittadini maggiorenni che abbiano questi requisiti:
si trovano in stato di disoccupazione o risultano inoccupati (cioè hanno perso il posto o non hanno mai lavorato);
percepiscono un reddito di lavoro inferiore alla soglia di povertà, cioè sotto i 780 euro mensili;
percepiscono una pensione inferiore alla soglia di povertà, pari, come abbiamo detto, a 780 euro mensili.
Ad oggi, non sono stati menzionati ulteriori requisiti, oltre quelli reddituali, per ottenere il reddito di cittadinanza.
Non dovrebbe dunque essere richiesta la dichiarazione Isee per beneficiare del reddito o della pensione di cittadinanza.
Chi lavora o percepisce la disoccupazione ha diritto al reddito di cittadinanza?
Il reddito di cittadinanza, come abbiamo osservato, sarà compatibile con l’attività lavorativa: nello specifico, se il lavoratore ha un contratto part time, il suo salario sarà integrato, attraverso il reddito di cittadinanza, fino ad arrivare a 780 euro al mese. Naspi e altre prestazioni collegate allo stato di disoccupazione saranno compatibili col reddito di cittadinanza sino al limite di 780 euro mensili.
Chi percepisce prestazioni di assistenza avrà diritto al reddito di cittadinanza?
L’importo mensile del reddito di cittadinanza, come avviene ora per il Rei, sarà ridotto in corrispondenza al valore mensile di eventuali prestazioni di assistenza di cui fruiscono uno o più componenti del nucleo familiare. In particolare, le prestazioni saranno compatibili col reddito di cittadinanza sino al limite di 780 euro mensili per ogni familiare del nucleo.
Per ottenere il reddito di cittadinanza si deve lavorare?
In base a quanto previsto dalle attuali proposte, il reddito di cittadinanza obbligherà il beneficiario non solo a cercare assiduamente un lavoro ed a riqualificarsi, ma anche ad offrire 8 ore alla settimana di lavoro gratuito per il proprio Comune di residenza.
CHI SI RIFIUTERÀ DI LAVORARE PERDERÀ IL SUSSIDIO.
Per quanto riguarda, poi, la partecipazione alle iniziative di politica attiva del lavoro previste per il beneficiario del reddito, sarà obbligatorio (a meno che l’interessato non sia pensionato):
iscriversi presso i centri per l’impiego e offrire subito la disponibilità al lavoro;
iniziare un percorso per essere accompagnati nella ricerca del lavoro dimostrando la reale volontà di trovare un impiego;
offrire la propria disponibilità per progetti comunali utili alla collettività (come abbiamo osservato, l’impegno lavorativo richiesto è di 8 ore settimanali);
frequentare percorsi per la qualifica o la riqualificazione professionale;
effettuare ricerca attiva del lavoro per almeno 2 ore al giorno;
comunicare tempestivamente qualsiasi variazione del reddito;
accettare uno dei primi tre lavori che verranno offerti.
Chi ha un lavoro a tempo pieno, ma è sottopagato, avrà comunque diritto all’integrazione del reddito, senza bisogno di partecipare alle iniziative di politica attiva del lavoro.
Per ottenere la pensione di cittadinanza si deve lavorare?
Per ottenere la pensione di cittadinanza non sarà necessario lavorare, in quanto funzionerà in modo analogo all’attuale integrazione al trattamento minimo ed alle maggiorazioni.
Che cosa succede al reddito di cittadinanza se rifiuto un lavoro?
L’interessato che percepisce il reddito di cittadinanza può rifiutare al massimo tre proposte lavorative nell’arco di due anni. Ha anche la possibilità di recedere dall’impiego per due volte nell’arco dell’anno solare. Superati questi limiti, perde la somma.
Come si chiede il reddito di cittadinanza?
Ad oggi si sa ancora con quali modalità verrà riconosciuto il reddito di cittadinanza, in quanto si tratta soltanto di una proposta di legge. Ad ogni modo, in base a quanto annunciato dal Governo, la pensione di cittadinanza potrà essere richiesta da gennaio 2019, mentre il reddito di cittadinanza a partire da giugno 2019.
Di Elisabetta Mura