I segni della crisi, la spazzatura diventa supermarket
Usano un bastone, si affacciano dentro al cassonetto e pescano cibarie a volontà. Pomodori e frutta, carne o lattine ammaccate, cibo in scadenza, confezioni deteriorate. Frugano nel secchio alla Cittadella di Grosseto davanti alla Lidl, mentre altra gente esce dal supermercato serena coi sacchi della spesa pieni. Una scena che fa male. Sono un uomo e due donne, vivono nei paraggi. Hanno una casa ma non sanno come mangiare. Ogni mattina fanno la spesa nei cassonetti fuori dal supermercato. E qualcuno fa i turni per conto dei vicini: si spartiscono i compiti. Oggi io, domani te. Alle 9,30 incontriamo un uomo di 80 anni col cestino della bici colmo di cibarie. Si chiama Bruno, ha 80 anni. Faceva il tipografo. Accanto a lui due signore più giovani con un carrello della spesa pieno (in foto). La consuetudine per loro va avanti da anni, da quando la crisi ha spedito nella disperazione famiglie normali che prima avevano un reddito e ora non più. Bruno accetta di parlare con noi e ci mostra quel che ha raccolto.
Bruno col sacchetto in bici. «Qui – racconta indicando il sacchetto nel cestino – ho le paste dolci e il prosciutto cotto. Poi le more, l’insalata con il granturco, una lattina ammaccata. Il pane, le schiaccine. Tutta roba che scadeva, ma che è buona. Vengo qui ogni mattina, più o meno a quest’ora. Se venite prima, vedrete anche voi il carrellone uscire…».
«Facciamo a turno». Quanta gente fa la spesa nei cassonetti come lui? «Saremo una decina di persone – risponde Bruno – Anche a turno. Stamani ci sono loro 2 e poi io. Altre volte ci sono altri. Una signora stamani mi ha chiesto: mi prende anche a me la frutta, così faccio la macedonia a casa? Così sono venuto al secchione anche per conto di lei e ho preso un po’ di frutta per farle fare la macedonia». La consuetudine è prendere il cibo dal secchio senza troppo criterio, per poi scegliere tutto a casa con comodo. «Se la frutta è tutta cattiva la si butta via, sennò si prende quella buona e ci si fa la marmellata». Quanto tempo è che viene qua? «Da tanto. Andavo anche alla Standa. Pure là buttavano via la roba, solo che a quel tempo ci si faceva meno caso». Ora i tempi sono più duri: i “clienti dei cassonetti” sono aumentati. Pasti Caritas record. Lo dicono anche i numeri della Caritas. Nei primi 6 mesi del 2017 i pasti (pranzi e cene) nella sede di via Alfieri sono diventati 14.569. Più o meno stabili rispetto agli stessi mesi del 2016 ma addirittura il doppio rispetto al 2008, che è stato il primo anno d’inizio della crisi (a quel tempo erano 7.643). Cifre – quindi – che non mostrano sostanziali aumenti rispetto all’anno scorso, ma neppure cali e inversioni di tendenza, confermandosi come l’apice del periodo nero. Don Enzo Capitani (direttore Caritas) parla di una “cronicizzazione”. Per quanto riguarda i vestiti dati dall’organizzazione diocesana, i primi 6 mesi del 2017 danno numeri superiori al 2016: 3441 abiti offerti ai bisognosi, contro i 2904 dati un anno fa. Questo a causa dell’inverno particolarmente gelido, che ha costretto molti – a Grosseto – a cercare riparo e calore in qualche vestito regalato in via Alfieri. Raccolta di San Lorenzo. In via Pisa, a Grosseto, prosegue l’attività dell’Emporio della Solidarietà, sorta di market che consente alle famiglie di scegliere i prodotto alimentari. Nel 2016 sono state 120 le famiglie che hanno fatto la spesa gratis all’Emporio. La struttura è aperta 3 volte alla settimana: lunedì e mercoledì dalle 9,30 alle 12,30; il venerdì dalle 15 alle 18. Quest’anno la raccolta di generi alimentari legata alle feste di San Lorenzo avverrà in due sabato. Il 29 luglio l’iniziativa è in 4 supermercati Coop: tre a Grosseto (al Maremà, in via Ximenes e via Emilia) e il 5 agosto nei 3 punti Conad di Grosseto (Aurelia Antica, via Clodia e via Senegal), al Todis di via Repubblica Domenicana e al Simply di via Scansanese e via Einaudi. Tutto quello che sarà raccolto attraverso le donazioni nei supermercati andrà all’Emporio, per sfamare le famiglie bisognose.
Fonte il tirrengeolocal