Torino, donna si dà fuoco all’Inps: è grave.
Dramma questa mattina nel quartiere popolare di Barriera Milano a Torino: una donna di 46 anni, residente a Settimo Torinese, nell’hinterland del capoluogo, si è data fuoco davanti agli sportelli dell’ufficio Inps di corso Giulio Cesare 290. Chi l’ha soccorsa è riuscito a spegnere le fiamme prima che potessero ucciderla ma lei è ugualmente in gravi condizioni, con ustioni sul 70 per cento del corpo, in particolare a torace, braccia e volto. “Mi hanno licenziata, sono esasperata, non ce la faccio più” ha urlato in mezzo alla gente in fila prima di cospargersi il corpo di alcol e appiccare le fiamme con un accendino. La donna era stata licenziata il 13 gennaio da un’azienda multiservizi di Settimo e lei, dopo un primo periodo di malattia, aveva chiesto la “Naspi”, l’indennità di disoccupazione. Secondo i primi accertamenti della stessa Inps aveva ricevuto solo i soldi dal 25 maggio in poi, poichè in precedenza non avrebbe consegnato i moduli per la richiesta dell’indennità. Stamattina, poco prima di mezzogiorno, si è messa in coda come tutti gli altri nell’ufficio Inps “Torino Nord” e poi, arrivato il suo turno, ha chiesto all’impiegata a che punto fosse la sua pratica per la richiesta degli arretrati. Quando le è stato risposto che ci volevano tempi tecnici e altre verifiche è nata un discussione: poi la donna ha tirato fuori dalla borsa due bottiglie di alcol e ha appiccato le fiamme prima che potessero fermarla. “Si è data fuoco qui, in mezzo alle persone che aspettavano il loro turno agli sportelli. Aveva il volto avvolto dalle fiamme, è stato terribile” raccontano i dipendenti dell’ufficio
Un impiegato ha preso un estintore, un altro una maglia e insieme hanno spento le fiamme ma la quarantaseienne aveva già serie ustioni. E’ stata portata all’ospedale Giovanni Bosco e intubata per essere poi trasferita, vista la gravità delle sue condizioni, al centro grandi ustionati del Cto: la prognosi è riservata. La donna dovrà essere riascoltata, se possibile, appena i medici la dichiareranno in condizioni di poter parlare.Fonte Repubblica