Iva al 25%? Povera Italia, ecco cosa potrebbe accadere

La possibilità che scattino le clausole di salvaguardia, con conseguente aumento dell’Iva, continua a tenere in apprenzione gli italiani. E’ infatti evidente che, trattandosi di imposta sui prezzi, finirebbe per gravare innanzitutto sui consumi e sulle famiglie. Il governo sarà chiamato a trovare 19 miliardi nella prossima manovra per il 2018 e 23 miliardi nella manovra per il 2019. Altrimenti scatteranno appunto le clausole di salvaguardia poste dai governi precedenti. Dove troverà quei soldi? Facendo tagli oppure imponendo nuove tasse: infatti non potremo più rinviare l’aumento dell’Iva emettendo altro debito perché dobbiamo ridurre fino ad azzerarlo nel 2019 il deficit strutturale di bilancio.

INCREMENTI INEVITABILI – In particolare, l’anno prossimo, nella manovra per il 2018, la sterilizzazione delle clausole di salvaguardia ci costerà 19,5 miliardi: 6,9 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva agevolata dal 10 al 13%, e 12,2 miliardi per evitare che l’Iva ordinaria passi dal 22 al 25%. Nella manovra del 2018 per il 2019 la sterilizzazione ci costerà 23,2 miliardi. Non solo 6,9 miliardi per evitare l’aumento dell’Iva agevolata dal 10 al 13%, non solo 12,2 miliardi per evitare che l’Iva ordinaria passi dal 22 al 25%: questi sono i costi per sterilizzare le clausole precedenti. Si aggiungeranno nuove clausole: nel 2018 serviranno altri 3,6 miliardi per evitare che l’Iva arrivi dal 25 al 25,9%.

IMPATTO – L’Iva è una di quelle imposte che pagano tutti: volenti o nolenti, il costo è infatti scaricato sui beni destinati alla vendita. L’Iva comporta dunque un aumento dei prezzi, ma proprio per questo potrebbe portare a un forte calo nei consumi. Ed è proprio questa la preoccupazione già manifestata nei giorni scorsi anche da Confesercenti e Cgia, che temono una perdita di 8 miliardi.
A pagare gli effetti di un’eventuale aumento dell’aliquota IVA sarebbero principalmente le famiglie, con costi diretti che tradurrebbero l’operazione in una maxistangata da 791 euroannui a famiglia.
Un effetto, sottolinea Codacons, già verificatosi in passato: «Nel nostro paese l’Iva ha già subito di recente due incrementi, con effetti disastrosi per le tasche delle famiglie e per i consumi» ha spiegato Carlo Rienzi, presidente dell’associazione a tutela dei consumatori.

GETTITO – Peraltro, secondo uno studio condotto da Codacons, alla maxistangata non corrisponderebbero entrate dirette per lo Stato tali da giustificare la misura. Se cioè i costi al consumo si alzassero i consumatori risponderebbero consumando meno: il conto delle maggiori entrate per lo Stato rischierebbe di essere insomma molto più basso del previsto.

Fonte qui finanza

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