Si spara un colpo alla testa perché senza lavoro
Giuseppe Dell’Aera forse è stato vinto dalla disperazione, al punto da togliersi la vita sparandosi alla testa. La tragedia è avvenuta in un’abitazione di via Sciandra nel quartiere Croce. Aveva 43 anni, era single, e non è morto sul colpo ma nonostante siano stati allertati subito i soccorsi del 118 con l’intervento anche dell’elisoccorso, purtroppo non è stato possibile strapparlo alla morte. Pare che sia giunto già in gravissime condizioni all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, dove ora si trova il corpo a disposizione delle autorità. La notizia dell’insano gesto si è diffusa velocemente nella stessa giornata in tutto il paese. Non si conoscono i motivi che hanno spinto l’uomo a tutto questo, anche perché qualche ora prima, nell’abitazione dove viveva da solo, con il fratello aveva preso un caffè e sembrava del tutto tranquillo. Sull’episodio indagano ovviamente i carabinieri. Non è da escludere che una crisi depressiva possa essere stata la causa del suicidio. Un malessere che nascondeva forse dietro una parvenza di normalità. «Dopo la morte di entrambi i genitori da quattro anni – racconta il cognato – abitava nella casa dei genitori. Nonostante avesse difficoltà economiche per mancanza di lavoro, noi cercavamo di aiutarlo come potevamo. Per mangiare veniva quasi sempre a casa nostra e lo trattavamo come un figlio. Non aveva nessuna entrata, ma per quanto riguarda il mangiare o io o il fratello non glielo abbiamo mai fatto mancare. Sperava in qualche lavoro, ha tentato anche di chiedere aiuto al Comune, ma a scavalcarlo in qualche progetto per i disoccupati erano sempre chi aveva famiglia e figli. Nessuno poteva immaginare, nonostante la grande difficoltà economica, una cosa di questa».
«Un povero Cristo senza lavoro – commenta mons. Stagno – è la disperazione che attanaglia tanti poveri che non sanno a che porta bussare. Molti stanno scappando altrove per la disperazione. Vivere ormai è difficile, qui ormai c’è un problema di esistenza, esistenziale”. Insomma, è un malessere che si propaga sempre di più in tutta la nazione e in Sicilia in particolare che – come a riporta L’Osservatorio Link Lab- si attesta al secondo posto per numero di tentativi di suicidio per crisi economica. Secondo i dati Istat, l’ultimo anno in cui sono disponibili sono del 2013, “sono 4291 (in prevalenza uomini adulti) le persone che ogni anno in Italia decidono (e riescono) a togliersi la vita con i metodi più disparati. Una strage silenziosa e continua che dopo un periodo di assestamento al ribasso (quasi dimezzati i dati che riguardano le donne) ha registrato una nuova accelerazione (colpendo soprattutto gli uomini in età da lavoro) con l’esplosione della crisi economica mondiale nell’agosto del 2007». Numeri che fanno impressione e che devono tuttavia essere considerati per difetto visto che in molti frangenti, i casi di suicidio non vengono riconosciuti come tali.