Perdere il lavoro ma non se stessi
Perdere il lavoro rappresenta un grosso disagio dal punto di vista psicologico in quanto coinvolge più aspetti della vita di una persona: la perdita del ruolo di lavoratore e/o lavoratrice, cambiamenti nella routine quotidiana, familiare , sociale, nell’immagine di sé e aumento di pensieri depressivi. Sono anche presenti rabbia e frustrazione, dovuti al fatto che la situazione che si sta vivendo non è completamente sotto controllo ma dipende da fattori esterni. Allo stesso modo, le conseguenze per i dirigenti ed i liberi professionisti si rivelano drammatiche soprattutto perché non riescono ad immaginare di poter svolgere un’altra attività, in particolare il loro prestigio sociale può subire un contraccolpo, per cui possono vivere in modo traumatico questa situazione.
Il lavoro è un elemento determinante nell’affermazione della propria identità e perderlo significa far fronte a tutta una serie di eventi correlati allo stress, come la dimensione del fallimento, la quale può dar luogo a una forte situazione di disagio psicologico, influenzando l’autostima e il senso di efficacia personale.
Anche reagire in modo sbagliato alla perdita del lavoro, può favorire l’assunzione di comportamenti a rischio come l’abuso di ansiolitici, la dipendenza da Internet e dal Gioco d’Azzardo.
Nella consulenza psicologica di orientamento al lavoro, uno degli obiettivi è quello di favorire un bilancio delle proprie competenze per comprendere al meglio come organizzare la propria ricerca di un nuovo impiego. Oltre a ciò, è previsto un percorso che aiuti la persona a superare l’emotività negativa legata alla situazione, attraverso il riconoscimento e la messa in atto di tutte le proprie risorse e talenti, necessari per affrontare il futuro e per migliorare la qualità della vita.
Dott.ssa Claudia Sposini (Psicologa)