Coppia senza lavoro costretta a dormire nei bagni pubblici di Belluno
Senza lavoro, senza un euro e con uno sfratto sul groppone già pronto per l’inizio di gennaio. Altro che un buon Natale. Quello di Francesco D. F. e sua moglie sarà il fantasma del Natale presente. Niente a che vedere con il tocco fiabesco di Charles Dickens. Perché la realtà, dura e cruda (a volte crudele), supera l’immaginazione. E costringe a scelte radicali. Come quella di dormire all’addiaccio, nei bagni pubblici di Belluno.
Cinquantasette anni lui, 54 lei. L’ultima occupazione risale a diverso tempo fa. Tanto tempo. Troppo. Lo stesso tempo che inevitabilmente scorre e porta il conto della bolletta, quello dell’affitto, quello della spesa per apparecchiare qualcosa da mangiare. Conti che Francesco non può pagare.
E se non si paga, c’è lo sfratto. E le conseguenze sono l’umiliazione, la frustrazione, il senso di una vita travolta dalla crisi e dalla disperazione.
«Facevo il macellaio al Super W. Poi è arrivata la crisi e sono stato tagliato dall’oggi al dall’oggi al domani – racconta Francesco D. F. – Ho mandato curriculum ovunque, senza risultato. Nemmeno mia moglie riesce a trovare uno straccio di lavoro».
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