Arcore, trenta carabinieri per lo sfratto esecutivo di due fidanzati
Uno spiegamento di forze d’eccezione, 30 carabinieri schierati, camionette e tenute antisommossa. È lo scenario che si è presentato ai passanti mercoledì mattina in via Belvedere a Arcore dove i militari hanno presenziato a uno sfratto esecutivo a rischio di degenerazione.
In realtà l’episodio si è chiuso senza alcun incidente e gli occupanti di una villetta, due fidanzati trentenni, si sono allontanati senza opporsi. Ma l’ultimo tentativo di fare uscire la coppia, il mese scorso, ha lasciato il segno e ha convinto le forze dell’ordine a presentarsi in gran forze.
«È un anno e mezzo che non mi pagano l’affitto – spiegava sul posto il padrone di casa, un arcorese che ha ereditato la casa dal padre – e questo è il quarto tentativo di sfratto. L’ultima volta gli inquilini si sono fatti trovare in casa in 11 e i carabinieri erano troppo pochi per un’azione coatta».
Pare si trattasse di amici della coppia, habituè di un centro sociale monzese e di gruppi che lottano contro gli sfratti. Dopo il tentativo dello scorso mese hanno appeso anche uno striscione di protesta alla cancellata di casa. Nessun incidente e nessun gesto violento, ma le autorità hanno deciso di non farsi trovare impreparate. L’ufficiale giudiziario si è presentato scortato da una trentina di carabinieri arrivati dalla stazione di Arcore, dal Comando di Monza e da Milano. Il contingente si è leggermente ridotto una volta appurato che in casa c’erano solo i due fidanzati. Lei è casalinga, lui un maestro che ha anche insegnato in città.