Licenziati 11 lavoratori del 118. Protesta davanti alla Prefettura di Benevento
Nelle scorse ore, sono state inviate 11 lettere di licenziamento per altrettanti operatori del servizio di 118 che hanno protestato stamani dinanzi la Prefettura di Benevento. Con loro i sindacati, che hanno dopo incontrato anche il commissario Asl Ventucci. I licenziamenti arrivano dopo un botta e risposta tra la Misericordie e le sigle sindacali che non sono riusciti a trovare un accordo in merito al nuovo contratto.
Sono 11 le lettere di licenziamento che spedite ad altrettanti operatori del servizio di 118, nel dettaglio: 4 infermieri e 7 autisti. Immediata la replica dei lavoratori che stamani in un sit-in svoltosi davanti la Prefettura di Benevento hanno esternato tutto il loro dissenso.
Presenti a dar sostegno agli operatori in protesta, anche la Cgil con Pompeo Taddeo e la Uil con Giovanni De Luca. L’incontro con il Prefetto nel frattempo è stato ottenuto, si terrà martedì alle 12,00.
Solidarietà è arrivata anche dalla Cub e dal segretario provinciale Gentilcore, che rende noto che, “il 18 agosto alle ore 12.00 è convocata una riunione presso la Prefettura di Benevento, tra tutte le organizzazioni sindacali, l’ASL e la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, per esaminare lo stato di crisi avviato dall’attuale gestrice del servizio Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, e che, stando alle indiscrezioni mediatiche, ha portato al preavviso di licenziamento di undici operatori del comparto servizio 118 – trasporto infermi in emergenza urgenza”.
“Operatori – continua – ai quali cogliamo l’occasione per esprimere tutta la nostra solidarietà e vicinanza. La scrivente organizzazione sindacale, a più riprese, ha sollecitato l’ASL a pretendere il rispetto del contratto di aggiudicazione, in particolar modo con riferimento a quella norma, cosiddetta clausola di salvaguardia per il mantenimento dei livelli occupazionali prevista all’art. 7.2 del Capitolato Speciale di Appalto per il servizio 118 – trasporto infermi in emergenza, che fa obbligo alla Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia, aggiudicataria del servizio, “di utilizzare prioritariamente il personale dipendente della precedente Ditta affidataria, sempre che abbia maturato almeno 6 mesi di anzianità alla data di affidamento del servizio, garantendo inquadramento giuridico e trattamento economico non inferiori a quelli goduti presso l’impresa di provenienza”.
“La Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia – asserisce il segretario Cub Sanità di Benevento – non lo ha fatto e persiste, a nostro avviso, in un atteggiamento di netta violazione della norma contrattuale laddove al momento non mantiene parità di trattamento economico rispetto alla precedente gestione del servizio iniziata il 01 settembre 2009 e terminata il 04 aprile 2013 a causa di fatti già noti alla cronaca locale e nazionale”.
“È giunto il momento – scrive Gentilcore – che la Confederazione Nazionale delle Misericordie d’Italia ed i sindacati confederali si assumano le proprie responsabilità che, spiace dirlo, riteniamo essere bilaterali poiché come più volte abbiamo ribadito il nuovo CCNL Misericordia, siglato tra la stessa e le organizzazioni sindacali confederali di categoria, se applicato al servizio 118 – trasporto infermi in emergenza di Benevento non può che portare ad esuberi collegati all’inscindibilità delle norme contrattuali presente in ogni CCNL. In ultimo, allo stato, il nuovo CCNL Misericordia non ci risulta essere depositato al Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, pertanto, ribadiamo qui quanto già richiesto e depositato presso la Provincia – Ufficio Vertenze Collettive allorquando abbiamo richiesto la riapertura del tavolo di contrattazione nazionale e di farvi parte”.
In conclusione, la Cub ricorda che “ la revoca del contratto di appalto, cui certo non ci opporremo qualora fossero accertate irregolarità, comporterebbe l’assunzione di tutti gli operatori del comparto attraverso il così detto ‘contratto a tutele crescenti’ con il rischio di aggravare ulteriormente le condizioni dei predetti operatori, rischio il cui concretizzarsi siamo certi alcuna organizzazione sindacale si auguri”.