Rovereto: Sempre più trentini in fila per il cibo, in aumento 50enni rimasti senza lavoro




fila mensa caritas-2Fatima è in fila come tutti gli altri ad aspettare il suo turno, almeno una volta la settimana si presenta qui, davanti alla parrocchia di Santa Caterina, per prendere una borsa di cibo fresco da portare a casa. Suo marito è disoccupato. Con lei c’è Marco, 50 anni di Rovereto, senza famiglia e senza lavoro da troppo tempo. Sono i volti che ogni mattina, lunedì, mercoledì e venerdì, dalle 9.30 alle 11.30, aspettano in fila davanti alla chiesa la loro razione di cibo.
Albicocche, latte fresco, yoghurt, pane e tortellini. C’è di tutto nel piccolo magazzino, allestito nel convento dei frati cappuccini dai soci di Trentino Solidale. Un’onlus, attiva dal ’99 in tutta la regione nel campo della distribuzione delle derrate alimentari. Solo lo scorso anno sono state raccolte e servite 1.823 tonnellate di cibo fresco per un totale di 6000 pasti al giorno, consegnati da più di 200 volontari. Tra quest’ultimi ci sono anche Emilio Manica e Gianni Scheffer che coordinano assieme ad una ventina di soci la distribuzione di alimenti da Besenello a Rovereto. Sono sempre qui, tre volte a settimana a S.Caterina, e i restanti giorni invece danno una mano alla Caritas in via Setaioli e all’Almac in via Savioli, l’associazione di aiuto alimentare che coinvolge 250 famiglie di Rovereto e della Vallagarina.
«Ogni giorno distribuiamo 350-400 kg di prodotti freschi ad una lista di 80 famiglie della zona, segnalate dai servizi sociali – spiega Manica, tra i fondatori di Trentino Solidale -. Cerchiamo di offrire un’integrazione alimentare, ma il cibo non è mai abbastanza e siamo alla costante ricerca di donatori». Dalla singola pizzeria che può regalare il prodotto invenduto in giornata, al panificio che dal suo forno può decidere di destinare un po’ di pane a chi non ce l’ha.
Intanto il grosso delle derrate è fornito dai supermercati convenzionati con la Onlus e il suo progetto «117», come il Poli, le Famiglie Cooperative e i Supermercati trentini, grazie alla legge del 2003 «Buon Samaritano» che lo permette e in cambio offre sgravi fiscali, donano alimenti vicino alla scadenza. Tonnellate di cibo che, altrimenti, verrebbero sprecate e che, come ha stimato Trentino solidale, equivalgono in un anno in regione a più di 6 milioni di euro di prodotto acquistato.
A frequentare il punto di distribuzione della parrocchia sono per il 70% stranieri, la maggior parte musulmani, e il 30% italiani. «Si tratta di gente per lo più disoccupata e con grandi nuclei famigliari a carico, dai 6 agli 8 figli. Questi sono per lo più stranieri, mentre invece sono in aumento i casi di singoli trentini, in media cinquantenni, rimasti senza lavoro e senza famiglia a cui chiedere aiuto. Molti, invece, per lo più locali, si vergognano e mandano qualcun’altro a chiedere del cibo fresco per loro» spiega Emilio Manica che aggiunge come i volontari, che a volte sono gli stessi o ex indigenti, non neghino mai un pezzo di pane anche a coloro che chiedono aiuto e passano di qui, pur non essendo inseriti nelle liste ufficiali.
«Sono sempre di più le persone che ci chiedono aiuto, ed è anche per questo che siamo in cerca di una sede più consona. I frati sono disponibili con noi, ma facciamo fatica a starci materialmente» continua Scheffer. Fino a sei anni fa, il distaccamento lagarino di Trentino Onlus era ospitato dalle suore di Borgo Sacco, ma spera presto di trovare un’altra sistemazione. «Stiamo dialogando con l’amministrazione di Rovereto, e il sindaco ci sostiene, ma sembra che non si trovi un posto adeguato per noi» aggiunge Scheffer. E oggi si continua, questa volta si distribuisce nei punti Almac e Caritas.




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